Il suo stile è stato definito giocoso, sexy, ma anche dissacrante e rivoluzionario specie in riferimento al periodo storico in cui si è mostrato più attivo, ovvero gli anni ’50 e ’60. William Helburn, talentuoso e vulcanico fotografo americano, non si fermava di certo di fronte alle critiche dei suoi detrattori, anche perché aveva un suo personalissimo credo: «Il mio metro di giudizio per capire se uno scatto funzionava era il livello di shock: più era alto, più lo scatto era azzeccato».
Una sorta di lucida follia che gli ha permesso di raggiungere la notorietà con scatti anticonvenzionali e talvolta estremi. A cominciare dalle location a dir poco insolite e bizzarre che sceglieva per gli shooting. Come non ricordare la foto di due modelle letteralmente appollaiate su di un semaforo stradale o quella di Dovima, una delle sue muse che diventò una delle prime supermodelle, ritratta in elegantissimo abito lungo in mezzo alla strada sotto a un ponte della metropolitana.
Quelle e molte altre fotografie, alcune divenute icone degli anni ’50 e ’60, sono in mostra dal 15 luglio al 26 agosto alla Staley-Wise Gallery di New York che all’artista americano dedica una suggestiva retrospettiva.
Nato nel 1924 a Manhattan, Helburn cresce professionalmente ad Harper’s Bazaarsotto l’allora direttore creativo Alexey Brodovitch. In breve tempo diventa uno dei fotografi più promettenti di New York. Dopo aver collaborato per diversi magazine, Harper’s Bazaar, Town & Country, Esquire, Life esercita la sua innata e dissacrante originalità con shooting per campagne advertising di diversi brand per le quali riceve premi e riconoscimenti. Ma il suo vero amore è sempre stato quello per la foto di moda. Ed è in quel settore che riesce a raggiungere i vertici della sua arte.